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domenica 5 agosto 2012

Quel che si muove a ... Cesclans. L'inaugurazione del restaurato campanile della Pieve


Cesclans, torna a splendere il campanile distrutto nel ’76

CAVAZZO Con la benedizione della cuspide del campanile dell’antica Pieve di Santo Stefano, la comunità di Cesclans si lascia definitivamente alle spalle la tragedia del terremoto e guarda fiduciosa al suo avvenire. Ieri sera, una folla di fedeli, accompagnata dalle autorità, ftra le quali gli amministratori dei Comuni di Cavazzo, Bordano e Amaro, si è raccolta attorno all’arcivescovo, Andrea Bruno Mazzocato, e al suo parroco, don Giampietro Bellini, in un rito culminato nella benedizione della torre campanaria, che l’arcivescovo considera «la sentinella e il richiamo della nostra fede». Quella di Cesclans è una delle 11 antiche pievi della Carnia. Le prime informazioni sull’edificio, si trovano in un documento del 1115, nel quale il Patriarca di Aquileia, Volrico I, l’assegnava in dono alla abbazia benedettina di Moggio. Ricostruita e ampliata più volte nei secoli, ha raggiunto l’attuale conformazione, legata allo stile barocco, nella prima metà del Settecento, fino al terremoto del ’76, che danneggiò gravemente il monumento, lasciando in piedi soltanto in parte la torre campanaria, l’abside e una delle tre navate. Nel 1993 iniziarono i lavori di restauro, ultimati nel 2008. «Ciò che ereditiamo - ha affermato a margine della cerimonia il vicesindaco di Cavazzo Gianni Borghi - lo dobbiamo acquisire con rispetto, valorizzarlo, conservarlo e consegnarlo ai posteri, magari migliorandolo. Perché solo guardando al passato, possiamo capire, dove siamo arrivati». Un concetto più volte ripetuto anche dal consigliere regionale, Franco Baritussio, il quale ha visto nella cerimonia «un bellissimo giorno di festa per la comunità, premiata dai tanti sacrifici sopportati in questi lunghi anni d’attesa, arricchita dalla presenza dell’arcivescovo». 
Stefano Felcher

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