"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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mercoledì 23 aprile 2014

Quell'elicottero giallo lungo una vecchia ferita della Val del Lago

La stazione di pompaggio dell'oleodotto tra la centrale di Somplago e l'autostrada
Quando vedrete l'elicottero giallo sorvolare longitudinalmente la Valle del Lago a controllare lo stato dell'oleodotto, pensate certo all'importanza economica della realizzazione, alla sua realizzazione tecnica ... ma ricordate anche lo stato d'animo di quelle donne che, nella seconda metà degli anni '60, si videro sventrare i campi e i prati (allora risorsa primaria) dal passaggio dell'oleodotto e furono obbligate ad andare a sottoscrivere la cessione dei loro campi espropriati, indennizzati con  cuatri beçs e un franc, sobbarcandosi un viaggio a Pagnacco alla sede della Società (c'era un ufficio in via dei Rizzani, tristemente famoso, all'epoca....). (A&D)
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La sorveglianza dell’oleodotto transalpino affidata a Elifriulia


Messaggero Veneto, 21 aprile 2014
UDINE. L’Oleodotto Transalpino (Tal) è lungo 753 km e attraversa Italia, Austria a Germania, collegando il Porto di Trieste con i Land tedeschi della Baviera e del Baden-Württenberg; è gestito da due sale controllo, una italiana e una tedesca, che si suddividono gli impianti di relativa competenza in modo tale che le raffinerie ricevano nelle tempistiche programmate la qualità ed il quantitativo di greggio richiesto.
Questo è possibile solo grazie ad un’accurata pianificazione operativa che consente di lavorare in sicurezza, garantendo la massima affidabilità ed efficienza del sistema di approvvigionamento.
Tra le attività che permettono il raggiungimento di tali elevati standard di efficienza c’è il “Servizio di sorveglianza ed ispezione con elicottero dell’oleodotto Siot tratto italiano e dell’oleodotto Shell Italia-Trieste-Visco”, recentemente affidato da Siot (società italiana per l’oleodotto transalpino) e Shell Italia all’azienda elicotteristica goriziana Elifriulia. (...)
Il servizio consiste nella sorveglianza ed ispezione aerea settimanale a mezzo di elicottero di tipo Airbus EC135 del tratto italiano dell’oleodotto, tutto su territorio regionale, lungo 145 km.
Partendo dal deposito costiero di San Dorligo della Valle, compie un largo giro attorno a Trieste e prosegue lungo l’altipiano Carsico parallelamente al confine con la Slovenia prima di raggiungere la provincia di Gorizia. Passa ad est di Monfalcone, attraversa il fiume Isonzo con un passaggio aereo su piloni e poi continua il suo percorso verso nord vicino ai Comuni di Manzano, Remanzacco e Tricesimo, in provincia di Udine.
In prossimità di Osoppo attraversa il fiume Tagliamento, costeggia l’autostrada, dirigendosi verso il lago di Cavazzo per poi riattraversare il fiume una seconda volta. Supera la città di Tolmezzo per scendere nella valle del torrente But.
Dopo averlo attraversato una decina di volte, passando a ovest di Paluzza e di Timau, imbocca la galleria di 7 chilometri del Monte Croce Carnico per valicare il confine con l’Austria.
Il compito dell’osservatore è quello di sorvegliare ed ispezionare i tracciati e i dintorni dell’oleodotto in modo tale da garantire la sicurezza di tutto il percorso.
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Barriera antirumore nella centrale di pompaggio di Somplago (fonte: Siot)


2 commenti:

  1. Mi permetto inviare un'osservazione sul titolo: "Quell'elicottero giallo lungo una vecchia ferita della Val del Lago!" Ero un ragazzino di 12 anni quando questa ferita è stata aperta nella Val del Lago, appena 12 anni dopo quella ben più grande della Sade!!! Dopo altrettanti anni si aprì, a parte il terremoto inevitabile, quella dell'Autostrada! Queste non sono vecchie ferite o cicatrici, ma lesioni non rimarginate e talmente infette che, grazie al loro pus, pian piano, portano alla morte la nostra valle! Mandi Dino Rabassi.

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    1. Anche il Blogger, più o meno, la pensa allo stesso modo, per questo ha anteposto a una notizia di per sé anonima (l'affidamento di un servizio di sorveglianza aerea) un "cappello" nel quale si ricordava il sacrificio imposto al territorio da quel passaggio, nel '66-'67. D'altronde, pensiamo al viadotto di Somplago: per noi "vecchi nostalgici" è l'emblema della violenza arrecata alla valle ma, in generale, viene ormai visto come "un'opera di alta ingegneria ovunque ammirata". Gran brutta bestia, la relatività.....

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