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sabato 13 dicembre 2014

Presentati a Cavazzo i conti e le prospettive di Carniacque

A Cavazzo Carnico incontro con i gestori del servizio idrico. 

Debito di 3 milioni 600 mila euro verso i comuni


Luce sui conti di Carniacque


Un'esposizione di 3 milioni 600 mila euro verso alcuni soci. Con debiti che risalgono anche al 2008/2009 perché i soldi sono serviti per una serie di manutenzioni. «Ma la situazione, seppur delicata e forse trascurata da chi c'era prima di noi, è gestibile, altrimenti non saremmo qua a dirlo». Parola di Carniacque, la società che gestisce il servizio di acquedotto, fognatura e depurazione delle acque reflue dalla Carnia al Tarvisiano che, giovedì 4 dicembre, su invito dell'Amministrazione comunale di Cavazzo Carnico - socio della Spa insieme ad altri 36 Comuni (60% delle azioni), alla Comunità montana della Carnia (18%) e al Bacino imbrifero montano (18%); soci che a fine ottobre hanno acquisito le quote ex Amga -, con il suo presidente Fabrizio Luches (è numero uno dal 18 luglio di quest'anno) e il consigliere Paolo Martines, si è seduta di fronte agli abitanti del piccolo comune montano che si sono radunati in massa nella sala consiliare del Municipio. Spinti dal desiderio di sapere come stanno le cose e di avere risposta ad alcuni quesiti vuoi perché l'acqua «è una risorsa naturale che si produce in questo territorio e quindi deve costare meno che da altre parti», come ha sottolineato il sindaco Gianni Borghi, vuoi perché è giusto sapere cosa riserva il futuro. Tra il pubblico, infatti, in più di un'occasione, è stato evocato il crac Coopca e la necessità di avere una chiara esposizione dei «conti».
Da parte sua Carniacque - che ha la concessione per la gestione del servizio fino al 2017 (e poi? Chissà, si è detto durante l'incontro visto che il Governo prevede un gestore unico per tutta la provincia di Udine) - ha esordito, tramite Luches, con una punta di polemica indirizzata ai mass media che nelle scorse settimane hanno evocato lo spettro del fallimento. «È vero che la situazione economica è delicata e da tenere sotto controllo e che si sta valutando un piano - ha ammesso Luches -, ma è anche vero che io ho ricevuto il mandato per gestire la società e tenerla sul posto non certo per trasferirla a Udine». Ha raccontato anche che il Piano d'ambito - a cui spetta dettare le norme sulla gestione del servizio - ha previsto per i prossimi 4 anni investimenti per 12 milioni di euro e che gli aumenti delle bollette non potranno superare il 6,50%. Carniacque - ha sede a Tolmezzo, gestisce 55 mila utenze (e una rete di 1256 Km) -, dal 2000, anno della sua costituzione, è di fatto subentrata alla gestione in proprio dei Comuni, creando non pochi malcontenti tra la popolazione che in alcuni casi si è trovata a pagare bollette salatissime. Anche a Cavazzo Carnico c'è stato chi tra il pubblico ha contestato il passaggio. «Prima pagavo 50 mila lire all'anno - ha detto un cittadino -, ora mi trovo a pagarne 300 euro». Luches ha invitato gli utenti a rivolgersi agli uffici per dubbi o verifiche, ma pure per segnalare «comportamenti scorretti da parte del personale». Insomma, con la nuova gestione si cercherà di mettere a posto i conti (con un piano di rientro) e anche i malumori della gente. Non solo. Il presidente ha assicurato che Carniacque tenderà una mano agli utenti «morosi» se hanno perso il lavoro o con reddito basso.
Ancora una volta dal pubblico si è alzata la voce di Franceschino Barazzutti (già sindaco di Cavazzo Carnico), portavoce dei comitati che in questi anni si sono battuti perché la gestione del servizio idrico restasse in mano ai comuni. «La risorsa acqua va tenuta vicina, non certo dislocata. Ricordiamo che la governatrice Serracchiani a giugno di quest'anno ha già parlato di un unico gestore in Friuli-Venezia Giulia. Non complichiamo però ciò che è semplice e facciamo tornare il servizio in mano ai sindaci. È possibile, al pari dell'Alto Adige. D'altra parte siamo una regione a statuto speciale».
Monika Pascolo

  • da: La Vita Cattolica, Giovedì 11 Dicembre 2014

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