"Alesso e dintorni", dal puint di Braulins al puint di Avons

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martedì 21 febbraio 2017

"Ascoltare il grido di dolore sulla sanità regionale"

Riceviamo e pubblichiamo:

L’iniqua riforma sanitaria, targata Serracchiani/Telesca dimostra ogni giorno che passa, i suoi nefasti effetti sulla sanita’ regionale. Ormai siamo in presenza di casi di persone che muoiono a casa, non avendo trovato posto all’Ospedale! Questa è la cartina di tornasole del fallimento di una riforma sanitaria, scritta da ragionieri, burocrati e clinici politicizzati, che non hanno tenuto conto che la sanità, non puo’ essere programmata a tavolino, secondo schemi matematici, oltreché “politici “! Il CentroSinistra regionale ha voluto una legge che fra l’altro, ha provocato il taglio di ben 450 posti/letto x acuti in Regione, per portarci al 3x1000 degli abitanti, quando in Germania sono al 7 e in Francia al 6! Dimenticando pero’ di essere in presenza di una popolazione sempre piu’ anziana e bisognosa di assistenza e non tenendo conto che l’acuzia mal curata, poi si trasforma in cronicità.! I risultati si vedono e la protesta, dai monti al mare, sia dei cittadini che degli operatori è ormai quotidiana. Anche l’Alto Friuli, è stato pesantemente penalizzato con la trasformazione del P.S. di Gemona in P.P.I., senza l’Area di Emergenza. Oltretutto oggi le ambulanze basate al San Michele, declassato “ politicamente “ a Presidio per la Salute, molto spesso non rientrano a Gemona, ma portano i pazienti a Tolmezzo, San Daniele o Udine. Allungando però i tempi di risposta, con i potenziali rischi connessi a una risposta sanitaria ritardata. Da ciò, anche alla luce dei suoi numeri, la necessità di ripristinare al San Michele un P.S con Area di Emergenza come prima. Anche la chiusura del reparto di Medicina, che aveva 50 posti/letto, ora trasformato in nebulose “ degenze intermedie funzionali “, senza un primario e con gravi lacune tecnico/organizzative, come recentemente dimostrato nell’assemblea del personale infermieristico, è stato un pesante “ vulnus “ al nostro  territorio. Ricordiamo che nell’autunno del 2012 l’Ospedale San Michele aveva ottenuto l’accreditamento triennale per “ qualita’ e sicurezza “ della Joint Commission International Agency,  che è il massimo ente a livello mondiale per queste certificazioni. Dovremo assistere ad altre morti, prima di vedere una profonda revisione della L.R. 17/2014, che ha sfasciato la nostra Sanita’, un tempo di eccellenza e ora scivolata dal 10°  al 12° posto, secondo il sondaggio effettuato da Demoskopika? La Presidente Serracchiani, lasci da parte i talk-show e il Partito e come ha promesso, ascolti il grido di dolore su questo tema, che sale da tutta la Regione. Tutti possono sbagliare, ma con umiltà e intelligenza, si puo’ rimediare. La  correzione sostanziale della contestata riforma è ormai indifferibile. Si ascoltino sul serio i territori, i loro rappresentanti istituzionali, i Comitati e tutti portatori di interesse. Solo così si  potra’ giungere a una riforma veramente condivisa, che pur contenendo i costi, dia a tutti i cittadini della Regione uguali diritti, come sancito dall’art. n° 32 della Costituzione.

Coordinamento dei Comitati a difesa del San Michele 


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